
Il servizio psico-pedagogico del settore giovanile di AC Milan si articola in due equipe che lavorano rispettivamente sul campo e all’interno del residence che ospita alcuni calciatori delle giovanili.
L’equipe campo è composta da 5 figure: 2 psicologi psicoterapeuti, 1 psicologo, 1 pedagogista, 1 educatore. Partecipano ai lavori dell’equipe anche due tirocinanti.
Le attività svolte sono diverse e possono essere così sintetizzate:
- Progettazione, sviluppo e gestione di interventi di tipo educativo e per il sostegno della performance
- Progettazione e conduzione incontri formativi ad hoc
- Aggiornamento cartella personale dei calciatori
- Redazione della scheda di valutazione partita
- Monitoraggio andamento scolastico
- Progettazione, analisi e valutazione degli strumenti adottati
- Accompagnamento, monitoraggio e gestione dei singoli atleti e presa in carico di situazioni particolari
- Supporto, affiancamento e formazione dello staff tecnico
- Rapporto con le famiglie
- Partecipazione ad attività di formazione e aggiornamento presso altre Società Sportive d’Elite: nello specifico l’Equipe ha fatto parte della missione con l’area atletica e della nutrizione presso RCD Espanyol e FC Barcellona al fine di conoscere la gestione dei servizi psico-educativi dei due Club e raccontare le nostre attività in ottica di contaminazione e confronto. Nello specifico abbiamo incontrato lo psicologo dell’Espanyol ed esplorato il Metodo Masia 360° con la Coordinatrice del Servizio di Attenzione integrale all'Atleta FC Barcellona, SIAE.
Per programmare, realizzare e monitorare queste attività, l’Equipe Campo si è riunita con una frequenza mensile e, a seconda di necessità specifiche, quindicinale.
Per facilitare la comprensione del lavoro in capo all’Equipe, saranno presentati alcuni approfondimenti su tre attività specifiche, con un focus sia sull’attività di base che su quella agonistica:
- supportare, affiancare e sostenere lo staff tecnico
- supportare, affiancare e sostenere la squadra
- sostenere lo sviluppo del singolo atleta
- definire iniziative formative per i gruppi squadra
- rapporto con le famiglie.
SUPPORTARE, AFFIANCARE E SOSTENERE LO STAFF TECNICO
Attività di base
Lavorare con gli staff dell’attività di base (comprese le squadre del femminile) ha significato prevalentemente interfacciarsi con l’allenatore in prima. Una prima parte della stagione è stata dedicata all’osservazione e alla conoscenza reciproca (sia delle modalità di lavoro di ogni singolo staff, che delle peculiarità di ogni fascia evolutiva), per poi dedicarsi, nella seconda parte della stagione, a realizzare interventi su obiettivi condivisi con primo e secondo allenatore.
Nello specifico, per quanto riguarda le categorie dai 2010 ai 2005 il dialogo con gli allenatori (anche attraverso un momento iniziale e uno intermedio) è consistito prevalentemente nell’offrire uno spazio di ascolto e di condivisione, supportando la lettura delle situazioni nel loro complesso (per esempio riguardo agli stili relazionali e comunicativi adottati, alla gestione del gruppo, alla relazione con i genitori…) e di ipotesi di intervento mirate per le situazioni individuali incluse quelle più problematiche.
Le iniziative formative promosse in collaborazione con Fondazione Milan hanno coinvolto squadra e rispettivo staff e sono state l’occasione per realizzare in forma condivisa vere e proprie esperienze di solidarietà ed evidenziare importanti valori individuali e sociali (la diversità, il rispetto dell’altro, la relazione d’aiuto, la generosità, la collaborazione, il valore del limite e delle potenzialità di ognuno, il tema dell’errore e della correzione….) presenti anche nella pratica sportiva che quotidianamente gli atleti svolgono.
È apparsa così più evidente e diretta la dimensione educativa che l’attività sportiva realizzata in queste fasce di età sollecita, rappresentando una favorevole occasione per affermare e consolidare valori e finalità educative decisive, ai fini della formazione del giovane calciatore. Il percorso iniziato lascia intravedere interessanti margini di sviluppo e la necessità di una programmazione a medio-lungo termine.
Rispetto invece alle due categorie più grandi dei Giovanissimi Professionisti A e B, lavorare con lo staff ha comportato per lo più affiancare l’allenatore in prima, tramite una presenza costante agli allenamenti e alle partite di campionato. A partire dalle osservazioni partecipanti delle dinamiche del gruppo, delle modalità di relazione dello staff con i giocatori e dei giocatori nei diversi momenti prestativi, nonché da alcuni episodi intercorsi durante la stagione (alcuni legati al campo, altri no), ci si è confrontati con il mister per valutare quale intervento/modalità relazionale più idonea si poteva realizzare. Diversi sono stati i momenti strutturati e non di lavoro in staff per fare il punto della situazione sulla squadra o per restituire ciò che si era raccolto dai ragazzi o dalle osservazioni.
Attività agonistica
Per l’attività agonistica, sulla scia del percorso avviato negli scorsi anni, l’equipe ha contribuito attivamente alla promozione e realizzazione di una reale ed efficace integrazione tra le diverse aree, in coerenza con il Metodo Integrato inteso come collegamento e sviluppo sistemico tra le diverse dimensioni implicate nell’attività sportiva: dimensione tecnico-tattica, fisico-atletica, sanitaria, socio-relazionale, mentale e cognitiva. Spostare il focus dalla relazione psicologo-mister alla promozione e valorizzazione del lavoro di staff, ha significato muoversi ed agire su diversi fronti: se da una parte si è contribuito a portare il proprio “sapere professionale” sulle diverse situazioni individuali che di volta in volta affioravano negli incontri, dall’altra si è cercato di favorire la crescita di una maggior competenza relazionale e collaborativa degli adulti coinvolti; in entrambi i casi, a partire da un costante raccordo con il coordinamento tecnico e le tematiche emerse negli incontri metodologici. I diversi momenti di confronto, più o meno formali e strutturati sono diventati un “mezzo” per raggiungere e sviluppare la consapevolezza in ogni professionista del lavoro comune, nonché per facilitare quell’integrazione multidisciplinare che da tanto tempo si tenta di concretizzare.
SUPPORTARE, AFFIANCARE E SOSTENERE LA SQUADRA
Attività di base
L’affiancamento iniziale ai diversi gruppi è stato finalizzato alla costruzione di una relazione e alla reciproca conoscenza. Ciò ha comportato una presenza sul campo durante l’allenamento e la partita del week end, definitasi meglio nella seconda parte della stagione con modalità diverse in funzione delle diverse fasce d’età.
Per i più piccoli e il femminile, la presenza del membro dell’Equipe ha mantenuto comunque il carattere della discrezionalità privilegiando maggiormente un’azione indiretta nei confronti della squadra a favore di un più deciso intervento di supporto e di sostegno allo staff, sollecitando in particolare il primo allenatore ad agire in prima persona sul gruppo.
Per le due categorie più “grandi” l’attività di sostegno al gruppo si è declinata nell’aiutare i ragazzi a definire gli obiettivi di squadra ad inizio stagione e a valutare, al termine della stessa, cosa ha funzionato e cosa invece non ha funzionato nel percorso svolto insieme.
Attività agonistica
L’orientamento che ha guidato il lavoro della Stagione è stato quello di privilegiare l’attenzione alla performance coinvolgendo maggiormente il gruppo squadra rispetto al singolo giocatore che nel concreto ha significato ascoltare, valutare e affrontare le eventuali problematiche e necessità specifiche della squadra, dello staff, di ogni allenatore e del singolo giocatore.
L’equipe ha cercato di allineare gli obiettivi e le riflessioni fatte all’interno del Coordinamento con gli Staff e con la squadra attraverso un lavoro di supporto continuo, feedback e confronto per favorire il progetto comune.
Di seguito le attività svolte nelle squadre nel corso della stagione:
- Supporto gestione Atleti sul campo (Allenamento): lavoro su comunicazione e motivazione
- Condivisione con Staff sulla modalità di approccio alla partita nel corso della settimana
- Supporto modalità di comunicazione/relazione alla squadra dopo le partite (immediato post-partita e/o primo allenamento dopo la partita)
- Supporto gestione momenti analisi video: impostazione comunicazione (efficacia e obiettivi), gestione commenti, ascolto punto di vista giocatori
- Supporto gestione pre-gara: modalità di approccio di Mister e Staff nel rapporto con i ragazzi
- Supporto gestione intervallo partita: tempi, modalità di relazione/comunicazione
- Supporto nella gestione del momento della squadra rispetto alla stagione (coesione, sovrapposizioni di necessità quali la scuola, distanza dalla famiglia, ecc.)
- Supporto alla costruzione di una mentalità lavorando sullo sviluppo di una intensità nell’aggressività agonistica in allenamento e gara coerente con il contesto di squadra e del campionato giocato
- Supporto allo staff rispetto alle fasi del ciclo di vita del gruppo squadra con particolare attenzione e ascolto ai ragazzi che avevano minor minutaggio
- Sessioni in sotto-gruppo di rilassamento
- Sessioni in sotto-gruppo di allenamento ideomotorio.
SOSTENERE LO SVILUPPO DEL SINGOLO ATLETA
Non si può diventare grandi giocatori se non attraverso un percorso di crescita educativo-relazionale che vada di pari passo con quello tecnico-calcistico. Tale processo, lungo e complesso, è possibile solo costruendo una sinergia tra tutte le figure adulte coinvolte nel percorso, ovvero: i tecnici, la Società, la famiglia, lo staff e lo stesso giocatore.
Sostenere lo sviluppo del giovane atleta ha quindi significato lavorare con tutti questi attori. Sono 4 gli strumenti utilizzati dall’equipe per svolgere il proprio lavoro:
1. COLLOQUI
Sono finalizzati ad “allineare” il punto di vista dei giocatori con quello degli Staff Tecnici con i seguenti obiettivi:
- Rendere al ragazzo più evidente ed esplicita l’importanza del lavoro di Staff con la presenza di differenti aree
- Avviare un percorso che renda consueta questa modalità di incontro al fine di facilitare le modalità di relazione interpersonale con momenti dedicati e con l’idea di avere un riscontro/valutazione, non giudicante ma conoscitivo, che è parte integrante del proprio percorso professionale
- Favorire una maggior conoscenza del ragazzo da parte dello Staff
- Supportare il percorso di consapevolezza del giovane calciatore
- Avviare una raccolta di informazioni per comporre un “fascicolo giocatore” completo e facilmente consultabile
2. SCHEDA PARTITA
La scheda di valutazione della partita rappresenta un primo esempio di strumento di valutazione che ha tradotto sul piano operativo il lavoro integrato. Si tratta infatti di uno strumento agile, esito del confronto e contributo di tutte le diverse aree e utilizzato dai diversi componenti dello staff. Per quanto riguarda l’area mentale oltre alla voce di squadra legata alla collaborazione, due sono le voci individuate per la valutazione dei singoli giocatori, una più relazionale e una più centrata sull’aspetto emotivo: l’atteggiamento proattivo, ossia il grado di coinvolgimento del ragazzo, l’essere propositivo, attivo, avere e prendere iniziativa durante la partita nelle diverse fasi di gioco e la capacità di gestione equilibrata dell’emozione intesa sia in situazioni positive che negative legate al singolo e alla squadra; tale aspetto rimanda alla capacità di riorganizzarsi cognitivamente senza perdere l’efficacia nel gioco. Oltre ad essere esito di un lavoro condiviso per la valutazione della partita, tale scheda è stata anche pensata come strumento di lavoro da utilizzare negli staff per la programmazione e per riflettere sulle prestazioni dei singoli giocatori.
Dopo una riflessione condivisa con il Coordinamento Tecnico, si è ritenuto utile introdurre uno strumento di valutazione per i ragazzi: la scheda di autovalutazione. La valutazione della propria gara, dei compagni e della squadra in generale con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza di sé stessi e del gruppo. Tale strumento consente inoltre di monitorare e sviluppare la conoscenza dei concetti e dei principi di gioco. L’utilizzo di tale strumento è stato sperimentato per un periodo con gli Allievi Nazionali per poi valutarne l’eventuale diffusione. Dal punto di vista metodologico, dopo la partita ogni atleta, anche chi non impiegato, compilava l’autovalutazione della gara rispetto alla propria prestazione e della squadra. L’obiettivo era quello di creare un momento di riflessione individuale sulla propria performance esprimendo, attraverso termini tecnico-tattici specifici e non generici, la propria valutazione e facilitando un processo di apprendimento/miglioramento dei principi caratteristici della proposta di gioco del settore giovanile A.C. Milan. Il lavoro, ha avuto riscontri interessanti ed è stato ritenuto di utilità dai ragazzi e dallo staff. In prospettiva si ritiene necessario strutturare modalità di riscontro/feedback da parte dello staff che vadano a potenziare la riflessione fatta dall’atleta allargandola al punto di vista degli adulti per attivare un confronto dialettico.
3. ESERCITAZIONE INTEGRATA
Nel corso della stagione si è sperimentata un’attività integrata sul campo con l’allenamento anche di funzioni mentali, a partire dalle esigenze che si sono raccolte dagli staff dell’attività agonistica e dal confronto con il coordinatore metodologico. Si è scelto di concentrare l’intervento sull’“orientamento spazio temporale” e di conseguenza di coinvolgere il ruolo dell’attaccante e in seconda battuta del difensore. L’integrazione risiede nel fatto di implementare alcune esercitazioni già svolte con interventi che permettessero una sollecitazione mirata di alcune funzioni mentali considerate significative nei termini di performance e sviluppo del giocatore e del gioco.
- Dal punto di vista operativo l’esercitazione è stata così costruita:
- Definizione dell’obiettivo e progettazione dettagliata delle esercitazioni integrate
- Presentazione della sperimentazione durante il Coordinamento tecnico
- Sperimentazione sul campo (1 per categoria), con raccolta di indicatori di efficacia e dei vissuti dei giocatori e degli operatori coinvolti
- Osservazione e riflessione sulle differenze legate alle fasce d’età e livello agonistico delle squadre, con restituzione finale durante il coordinamento tecnico.
- Dal punto di vista metodologico si è tenuto conto dei seguenti aspetti:
- La durata dell’esercitazione aderisce con quelle previste e programmate in quanto coerenti con le necessità dell’équipe di circa 30 minuti
- Coordinare gli interventi sul campo con i giocatori
- Privilegiare la fluidità dell’esercitazione per evitare tempi morti e/o interruzioni delle dalla stessa
- Recuperare informazioni di efficacia
- Recuperare informazioni sui vissuti e punti di vista dei giocatori
L’esercitazione ha questi obiettivi:
- Allenare il giocatore a mantenere due focus attentivi nell’azione:
- Principale: Svolgere l’azione di attacco
- Secondario: Mantenere il senso della porta per tutta l’azione
- Allenare l’attenzione al:
- Mantenimento del focus con alcune variabili che cambiano
- Concentrarsi sull’azione in modo ottimale
- Migliorare il “senso della porta” nel lungo periodo
- Sviluppare maggior consapevolezza dell’azione in corso mantenendo immediatezza e rapidità
- Dirigere l’attenzione in modo selettivo, su aspetti tecnici/tattici
- Migliorare lo spostamento dell’attenzione nel focus principale (variabilità dell’azione mantenendo il focus secondario).
I giocatori sono apparsi incuriositi dall’attività e soprattutto dall’approfondimento di una parte mentale sul campo. I giocatori coinvolti sono stati 17 in tutto (12 attacco e 5 difesa della porta) e ciò che è apparso interessante in termini psicologici risiede nella dimensione della maggiore consapevolezza riportata dai giocatori (in particolare nella Categoria Primavera) mentre svolgevano l’esercitazione. Nello specifico, sembra che al termine dell’esecuzione, i giocatori abbiano nelle esecuzioni successive:
- più chiare e distinte le fasi dell’azione,
- più definite le dimensioni di attenzione, fluidità dell’azione, immediatezza.
Quanto sopra riportato colpisce in quanto le dimensioni sollecitate riguardano concetti già noti e assimilati ma forse proprio il fatto di non “allenarli” sul campo in modo specifico e consapevole potrebbe farli passare per un apprendimento “cognitivo” senza che vi sia l’integrazione e armonizzazione in termini di schemi motori, priorità nell’azione e immediatezza. Un altro aspetto da non sottovalutare è che, anche a distanza di una settimana, il pensiero della porta è presente e porta spontaneamente i giocatori a tornare in modo autonomo ai concetti allenati. Da un lato queste informazioni ci portano a ritenere che le finalità dell’esercitazione integrata sollecita aspetti calcistici ritenuti significativi mentre da un altro lato sembra avere una valenza in termini di apprendimento. Se per una sola sessione sperimentale di 30 minuti tornano i concetti spontaneamente in mente ai giocatori allora significa anche che l’apprendimento sta proseguendo nel suo impatto cercando nuovi “ancoraggi” nelle esperienze successive.
DEFINIRE INIZIATIVE FORMATIVE PER I GRUPPI SQUADRA
La ragione per cui vengono proposte delle iniziative diverse dalla pratica sportiva sta nel ritenere che il percorso formativo intrapreso con i giovani calciatori si possa arricchire di un’ulteriore occasione, che coerentemente con il progetto sportivo complessivo, sviluppi i seguenti valori:
- conoscere, incontrare e scoprire il valore dell’altro, compagno e/o avversario (in questo caso “gli altri” sono persone diverse dal nostro contesto sportivo, che si trovano in situazioni particolari, o di difficoltà, di disagio, etc.) allo scopo di rendersi conto che la diversità non è una cosa negativa ma può essere motivo di ricchezza reciproca (dare e ricevere come una dinamica da sperimentare in forma concreta)
- scoprire così il valore della collaborazione intesa come bisogno dell’altro, della relazione con l’altro (ciò corrisponde al tema dell’essere squadra in campo, dell’aiutarsi ed aiutare il compagno)
- quindi il tema della conoscenza e del rispetto (l’altro diverso da me, che non conosco e che fino a quando rimane estraneo non può diventare risorsa)
- comprendere che le difficoltà, il limite e persino l’errore possono non essere un impedimento, non sono una condizione da eliminare ma un’occasione per crescere, possono addirittura aiutare ad affrontare meglio anche le situazioni in campo.
Non si è voluto realizzare qualcosa di eccezionale, estemporaneo e teso a suscitare una emozione del momento, ma piuttosto rappresentare un momento formativo coerente con il progetto sportivo in corso: la formazione del giovane calciatore. È risultato altrettanto evidente che ai fini del buon esito della proposta era necessario un attento e intelligente lavoro di accompagnamento da parte di tutti gli adulti coinvolti (staff tecnici in primis).
Allo scopo di rendere le iniziative efficaci, le attività sono state concepite e proposte come un gesto unitario dell’intero settore giovanile (Agonistica ed Attività di base) differenziandosi naturalmente per età e categoria dei ragazzi (individuando un tema preciso collegato all’iniziativa proposta); inoltre i gesti non sono fini a sé stessi (la buona azione natalizia) ma possono avere una continuità e quindi sono:
- condivisi con gli staff,
- preparati con le squadre,
- svolti alla presenza di tutto lo staff,
- ripresi con un ulteriore momento di approfondimento e/o restituzione allo scopo di dare continuità al percorso.
Attività di base
Sulla base di questi presupposti, la collaborazione con Fondazione Milan ci ha permesso di individuare alcuni contesti presso cui sperimentare questa attività. Tra questi segnaliamo Sport for Change (interventi a favore dell’inclusione sociale, allo scopo di prevenire o intervenire su comportamenti devianti o di esclusione sociale), Sport for All (sport come collante sociale anche di fronte alla disabilità, promuovendo l’accesso e il sostegno della pratica sportiva in contesti inclusivi per i ragazzi diversamente abili).
Il passaggio successivo è stato quello di individuare e condividere con tutti gli staff dell’Attività di Base i bisogni e/o le possibili aree di interesse della propria squadra e quindi ipotizzare in quali ambiti e verso quali possibili iniziative ci si poteva orientare tra quelli indicati da Fondazione Milan.
Per quanto riguarda le squadre dei più piccoli (le squadre Piccoli Amici maschile 2009 insieme ai Pulcini femminile 2007 e 2008 e i Pulcini maschile 2007 insieme ai pulcini femminile 2005 e 2006) è emersa la necessità e l’utilità di promuovere un’iniziativa che sviluppasse l’educazione al rispetto delle differenze con particolare attenzione al rispetto verso la figura femminile, in questo caso le bambine che fanno calcio.
Gli obiettivi diretti delle iniziative sono stati:
- la comprensione dell’impegno e della dedizione che le ragazze delle squadre femminili mettono in campo durante le partite
- favorire il tifo positivo e sottolineare l’importanza del sostegno per la buona riuscita della gara
Gli obiettivi indiretti sono stati:
- l’eliminazione delle differenze di genere nel calcio, che spesso sono ancora, consapevolmente e inconsapevolmente percepite
- la comprensione di obiettivi e passioni comuni
Di seguito il programma realizzato anche in collaborazione con Fondazione Milan:
- 2009 maschile e 2007-08 femminile iniziativa sul tema del RISPETTO (a partire dalle rappresentazioni, aspettative, vissuti riguardo alla propria esperienza sportiva individuale e di squadra) attraverso un momento condiviso e un lavoro comune (bambini e bambine divisi in gruppi) finalizzato alla realizzazione di cartelloni con disegni, immagini e frasi.
- 2007 maschile e 2005-06 femminile iniziativa sul tema del RISPETTO: i ragazzi sono stati convocati appositamente per assistere a bordo campo alla partita di campionato delle ragazze. Prima della partita i ragazzi si sono ritrovati per organizzare un “Tifo positivo” e hanno realizzato cartelloni e slogan di incitamento.
- 2006 – 2008 partecipazione alla Colletta Alimentare (evento nazionale in data 26 novembre), preceduta da un incontro di presentazione; hanno aderito 45 persone tra bambini e genitori + 9 tra dirigenti e tecnici. C’è stato poi un momento di ripresa in aula (per i 2008 hanno partecipato anche i genitori).
- 2005: visita e incontro al Centro per Disabili Don Gnocchi del Vismara e successivo incontro di ripresa con squadra e staff in aula.
- 2003 e 2004: incontro e allenamento con un gruppo di ragazzi appartenenti al progetto Sport for Change (finalizzato alla lotta contro la dispersione scolastica) del presidio di Limbiate.
- 2004 femminile: incontro e allenamento con il gruppo squadra del Presidio di Bollate del programma Sport for Change. Al termine dell’attività sportiva si è tenuto un momento di socialità in salone.
Agonistica
- Under 16: visita e incontro con la Comunità Kayros di Vimodrone (prima accoglienza all’interno di percorsi di recupero in regime di detenzione - semilibertà e progetti per giovani in situazione di grave disagio sociale). Successivo incontro e visita dei ragazzi di Kayros presso il Centro Sportivo Vismara. In tale occasione si è disputato un mini-torneo misto tra i due gruppi.
- Under 15: visita alla Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone (accoglienza e assistenza a persone con disabilità). Incontro con gli operatori del servizio che hanno affrontato i temi del gruppo di lavoro, dell’integrazione e del valore delle differenze.
- Sempre con l’Under 15 si è organizzato un incontro con quattro giovani giocatori della primavera Zanellato, Modic, Hamadi, Torrasi per affrontare quali le caratteristiche da sviluppare, quali le fatiche e le risorse utilizzate nel percorso verso il professionismo all’interno del settore giovanile AC Milan.
Le iniziative realizzate hanno confermato di poter assolvere ad un’importante funzione formativa. Aldilà dell’impatto emotivo più o meno significativo (a seconda del carattere dell’iniziativa, del luogo e della realtà incontrata), l’accompagnamento degli adulti e la loro capacità di cogliere la dimensione valoriale del contesto, hanno fatto la differenza. Aiutare i ragazzi a riflettere sull’esperienza vissuta, a giudicarla andando oltre l’aspetto puramente sentimentale e a coglierne i valori impliciti e presenti nell’attività sportiva praticata ha rappresentato senz’altro il valore aggiunto. Nello stesso tempo risulta altrettanto evidente che, senza nulla togliere al valore oggettivo dell’iniziativa in sé, al fine di rendere questi momenti veramente formativi e occasione di crescita, occorre provare a dare loro maggior continuità e sistematicità superando il carattere di eccezionalità che oggi presentano (una volta all’anno in occasioni particolari).
RAPPORTO CON LE FAMIGLIE
Una delle modalità con cui si concretizza il rapporto con le famiglie è rappresentata dagli incontri formativi con i genitori degli atleti; gli incontri sono sia individuali che per gruppi squadra. I colloqui realizzati durante l’intera stagione confermano l’importanza e la necessità di momenti come questi per le seguenti ragioni:
- Assolvere, come società, ad una minima funzione di informazione riguardo al progetto sportivo del Settore Giovanile,
- Creare spazi di dialogo e di ascolto,
- Creare le condizioni per un percorso formativo più a medio-lungo termine,
- Favorire momenti comuni di incontro e di conoscenza tra i genitori stessi,
- Sensibilizzare i genitori circa il loro compito e ruolo educativo,
- Coinvolgere i genitori in un patto educativo nella chiarezza dei rispettivi ruoli e responsabilità.
Il non coinvolgimento (come già detto, nella chiarezza e rispetto dei ruoli e delle responsabilità) del genitore, genera inevitabilmente delle disfunzioni, delle dissonanze che finiscono per ricadere in termini di problematicità sull’intera organizzazione sportiva, sulla buona riuscita del progetto sportivo del Milan, sulla performance del giovane calciatore e in particolare sulla crescita del bambino/a. Con le famiglie si sono organizzati durante la stagione degli incontri divulgativi/educativi sui seguenti temi: “Il ruolo del genitore e le sue aspettative” (cat. Giovanissimi Regionali A e B); “Il progetto sportivo ed educativo del giovane calciatore A.C. Milan” (dalla cat. 2010 alla cat. 2005, sia maschile che femminile).
La partecipazione ai singoli momenti è stata molto alta, sia in termini numerici (N° 20 incontri per un totale di circa 410 presenze) che di attenzione agli argomenti trattati. Obiettivo di tali incontri è stato quello di lanciare spunti di riflessione e creare un’occasione di lavoro e confronto tra gli adulti sull’esperienza sportiva dei propri figli, ma allo stesso tempo anche quella di raccogliere bisogni e preoccupazioni relative al percorso che stanno svolgendo all’interno di A.C. Milan.
A fianco degli incontri formativi, sono state effettuate anche diverse tipologie di colloquio con i singoli genitori, sia a partire dalle loro richieste, che su questioni educative/comportamentali generatesi all’interno del contesto.
Di seguito una sintesi di quanto fatto:
- 110 colloqui in entrata (con l’obiettivo di conoscere la famiglia dei nuovi giocatori e di farsi conoscere da essa),
- 5 colloqui di orientamento scolastico (con l’obiettivo di supportare nella scelta della scuola superiore),
- 9 colloqui sulla rielaborazione dell’esperienza sportiva (con l’obiettivo di valorizzare l’esperienza a fronte di un poco coinvolgimento durante i momenti prestativi),
- 10 colloqui su questioni educative/comportamentali,
- 21 colloqui in uscita con la presenza del Coordinatore Tecnico (con l’obiettivo di accompagnare il genitore alla fine del percorso sportivo all’interno del settore giovanile).
Incontro genitori Giovanissimi 2003 e 2004
A febbraio 2017, in accordo con il responsabile dell’attività di base, è stato organizzato un incontro divulgativo/educativo per tutti i genitori della categoria, sull’importanza del loro ruolo nel percorso sportivo del giovane calciatore. Obiettivo di tale incontro era quello di riflettere insieme alle figure adulte in merito al peso che le loro aspettative possono avere nei confronti dei propri figli. Da tempo è infatti riconosciuto il fatto che i genitori svolgano una parte fondamentale nell’influenzare l’atteggiamento dei figli nei confronti dello sport e nel rendere il calcio un’esperienza divertente di apprendimento o all’opposto un’esperienza pressante e ansiogena. Il supporto del genitore, soprattutto nelle fasce di età comprese tra i 6 e i 14 anni, è quindi necessario per il successo (inteso come benessere) o insuccesso del giocatore.
Durante l’incontro si è quindi ragionato su dati di realtà concreti, quali i numeri effettivi dei ragazzi che arrivano nelle massime serie e di cosa pensano/si aspettano i ragazzi dai propri genitori nonché del comportamento più funzionale da adottare a bordo campo.
Tema in sottofondo che hanno portato i genitori è stato quello della scelta della scuola. Tale scelta mette spesso ansia e genera confusione in quanto coincide con un passaggio fondamentale per la carriera calcistica, ovvero l’ingresso nell’attività agonistica e quindi l’avvicinarsi della possibilità concreta di un futuro da professionista. Le domande tipo che sono emerse sono infatti: “è meglio scegliere una scuola facile per alleggerire il percorso o meglio scegliere un indirizzo che possa fornire una valida alternativa se le cose non dovessero andar bene?” E ancora “esistono scuole che tengano conto di questa doppia carriera e che la valorizzino?”. A queste e ad altre domande si è cercato di dare risposta durante l’incontro, ma per alcune di esse si rende necessaria una riflessione più complessa e anche con interlocutori appartenenti a livelli differenti (responsabili, tutor scolastici, istruzioni…).
EQUIPE PSICOPEDAGOGICA - RESIDENCE
L’Équipe Psico-pedagogica operante al Convitto dell’AC Milan nella stagione 2016-2017 è composta da sette Tutor, che hanno professionalità diverse. La presenza in struttura è garantita sette giorni la settimana, ventiquattro ore al giorno. La presenza dei Tutor al Convitto varia all’interno del gruppo di lavoro: due Tutor hanno un incarico full time, i restanti cinque operatori part time. L’organizzazione interna mensile è fissa e basata sulla presenza in fasce orarie giornaliere pianificata e concordata dai Tutor stessi.
Nelle fasce orarie del mattino e del primo pomeriggio è prevista la presenza di un solo operatore, in quanto i ragazzi sono a scuola (se non malati o per altri motivi). Nelle fasce orarie tardo-pomeridiane e serali, invece, è prevista la compresenza di tre Tutor durante la settimana (nei weekend la compresenza è di due operatori), in quanto i ragazzi fanno ritorno al Convitto dopo gli allenamenti e sono tendenzialmente presenti tutti in struttura. La notte è presidiata da un solo operatore.
Nel prossimo paragrafo verranno descritte tutte le attività e mansioni.
1. APPROCCIO DI LAVORO
Per la stagione 2016/2017 i ragazzi ospitati sono stati 32, con alcune variazioni durante l’anno calcistico.
L’attenzione e l’intervento educativo vengono pensati e attuati tenendo in considerazione diversi elementi, tra cui l’età del ragazzo, il percorso di crescita che esso sta attraversando, vissuti e pensieri che riporta. Tra le differenti fasce di età che interessano il servizio residenziale, vi sono molte diversità tra un ragazzo di 14 anni, spesso alla sua prima esperienza lontano da casa e dagli amici per un periodo di tempo così prolungato, quale è una stagione calcistica, e gli atleti che invece hanno già sperimentato, anche solo per un singolo anno, la quotidianità del Convitto. Possiamo quindi distinguere gli obiettivi e i temi di lavoro con i minori in base all’età e alla situazione sportiva che stanno attraversando:
- accoglienza e sostegno nell’inserimento nel club, in una nuova città e in nuovo contesto scolastico;
- sostegno nel gestire le sfide che caratterizzano il percorso sportivo (es. infortuni, mancate convocazioni, forte carico di impegni, gestione delle aspettative);
- accompagnare il termine dell’esperienza nel Settore Giovanile dell’A.C. Milan, valorizzandone gli apprendimenti per la costruzione del proprio futuro professionale.
Il percorso maturativo, trasversalmente alle fasce di età, si definisce anche attraverso la capacità di astrarre e fare propria la componente valoriale contenuta nelle norme. Tramite il confronto quotidiano con le regole si promuove nel ragazzo l’introiezione, la discussione e la condivisione delle stesse.
Non meno importanti sono il riconoscimento dei propri obiettivi, degli sforzi da sostenere nel raggiungerli e la capacità di risoluzione delle problematiche quando riscontrate.
Allo stesso modo, inoltre, vengono promossi il rispetto della propria ed altrui persona, sia in termini di aspirazioni, di bisogni e di stili di vita, sia in riferimento a ruoli e competenze professionali.
Nelle riunioni di Équipe vengono condivise le linee generali degli interventi educativi, ma è poi nella pratica che tale intervento viene messo in atto. Durante l’arco di una giornata, e ancora di più nel trascorrere di un intero anno calcistico, gli eventi che caratterizzano il vivere quotidiano di un ragazzo residente in Convitto sono molteplici.
L’Équipe svolge una funzione facilitatrice: definizione degli orari e dei trasporti, organizzazione delle ripetizioni, predisposizione e verifica delle autorizzazioni alle uscite, raccordo con l’Area medica per visite o terapie, corretto adempimento del servizio di lavanderia, fruizione del pranzo e di una corretta alimentazione, archiviazione della documentazione, controllo di un’adeguata igiene nelle stanze. Setting più strutturati e formali vengono attuati in situazioni ad hoc quali:
- il momento dei compiti scolastici serali che richiede uno spazio e un tempo particolari in cui il Tutor possa essere di supporto al ragazzo;
- il weekend in cui i ragazzi ricercano la figura del Tutor per raccontare la partita appena giocata e i loro vissuti legati ad essa. La figura adulta facilita l’elaborazione di fatti, eventi ed emozioni e supporta il ragazzo stesso nella loro rielaborazione.
L’Équipe Psico-pedagogica del convitto si interfaccia, inoltre, con le altre agenzie educative che caratterizzano la vita dei giovani calciatori.
In primo luogo le famiglie di provenienza dei ragazzi, con le quali ci deve essere una collaborazione costante. I genitori sono sempre aggiornati, per la maggior parte delle volte telefonicamente, a proposito della vita dei figli: vengono informati dell’andamento scolastico, di fatti o eventi particolari, ecc. in modo che si possa instaurare una relazione di fiducia e una collaborazione proficua. Momenti di incontro tra Tutor e genitori hanno luogo soprattutto nei weekend, nei giorni in cui le famiglie riescono a venire a Milano a trovare i propri figli: si tratta di incontri informali e non strutturati, in cui però genitori e Staff hanno l’opportunità di incontrarsi.
La scuola rappresenta un altro ente con cui i Tutor devono interfacciarsi nel lavoro quotidiano. I ragazzi presenti in Convitto non sono solo giovani calciatori, ma anche adolescenti che devono adempiere ai doveri scolastici. La scuola rappresenta uno strumento di lavoro quotidiano, ma anche talvolta fonte di fatica e motivo di confronti continui: l’Équipe sottolinea più volte l’importanza della scuola per il futuro dei ragazzi.
In riferimento al contesto organizzativo del Settore Giovanile Milan, l’Équipe Psico-pedagogica Convitto ricopre una funzione di condivisione di informazioni inerenti il vivere quotidiano del ragazzo attraverso la compilazione cartacea di relazioni, report scolastici e profili individuali e grazie alla partecipazione a Riunioni Programmatiche presso il Vismara, unite ad occasioni formali, quali incontri ad Équipe allargate, e informali, come ad esempio le serate passate dai Mister in Convitto o le partite vissute da tifosi dai Tutor. Ciò implica la possibilità di strutturare una progettualità che si muova in modo efficace sia nel breve termine, con azioni mirate alla quotidianità, sia nel lungo-medio periodo, con la definizione e la condivisione di obiettivi ad ampio raggio, la co-costruzione di strumenti e la costante verifica delle proposte educative. Durante le ultime due stagioni calcistiche, l’Équipe ha avuto anche la possibilità di poter organizzare incontri formativi con gli staff tecnici.
2. STRUMENTI DI LAVORO
Nel corso delle stagioni, l’Équipe Psico-pedagogica del Convitto ha utilizzato e perfezionato diversi strumenti di lavoro.
Le riunioni di Équipe sono riunioni in cui tutti i Tutor e la Dott.ssa Francesca Luiso si riuniscono con cadenza quindicinale. In tali incontri si ha l’opportunità di aggiornarsi sugli ultimi fatti accaduti in Convitto, sulle dinamiche osservate tra i ragazzi e raccordarsi nella condivisione di eventuali interventi educativi. L’Équipe, ritrovandosi, ha l’opportunità di condividere fatti e opinioni che riguardano anche gli aspetti scolastici o riportati da colloqui telefonici con i genitori. Si ha anche occasione di pensare e progettare le attività ludico/formative promosse durante il corso della stagione. La Dott.ssa Luiso infine, essendo quotidianamente presente al Vismara, aggiorna l’Équipe su eventuali fatti o comunicazioni contingenti provenienti dall’area tecnico/sportiva.
Le riunioni di supervisione (introdotte stabilmente dallo scorso anno, nella stagione 2015/2016 con l’esternalizzazione del Servizio all’Università Cattolica) sono incontri mensili condotti da un supervisore esterno all’Équipe, la Dottoressa Chiara D’Angelo. Tali riunioni hanno l’obiettivo di permettere ai Tutor di condividere il pensiero in merito all’intervento educativo, e di condividerne il senso. Inoltre, si ha l'occasione di affrontare le motivazioni che muovono le scelte metodologiche e di avere uno spazio e un luogo per riflettere in merito alla propria figura professionale. Tale lavoro di elaborazione e di rielaborazione è favorito dallo sguardo e dall’accompagnamento di un professionista esterno.
L’Équipe Psico-pedagogica del Convitto, inoltre, utilizza degli strumenti operativi nel lavoro quotidiano. Lo strumento operativo principale è il diario di bordo: compilato dall’operatore presente per aggiornare i colleghi di quanto succede nel quotidiano in Convitto, riporta comunicazioni sia di natura organizzativa sia descrittiva e considerazioni soggettive circa gli interventi educativi che effettuati o proposti. Uno strumento ipotizzato dall’Équipe Convitto durante la recente stagione calcistica è rappresentato dai PEI. Se nel recente passato, difatti, erano predisposti in modo esclusivo i Profili dei ragazzi, ossia la descrizione del convittore sotto l'aspetto comportamentale, scolastico, relazionale e in riferimento alla famiglia, il rispetto delle regole e i riflessi circa l’attività sportiva, con tali nuovi strumenti, invece, si propone l'attenzione anche su obiettivi educativi e azioni conseguenti. È un lavoro ancora in fase di costruzione. Di fianco al diario di bordo e ai PEI, il Tutor ha a disposizione il registro delle presenze. In esso, per motivi gestionali ma anche di sicurezza, vi sono indicati gli orari (soprattutto quelli mattutini per la scuola) le effettive presenze in Convitto. Le cartelle dei ragazzi sono materiali a disposizione dei Tutor contenenti diverse informazioni necessarie nel lavoro e al Convitto. Tali cartelle, infatti contengono i documenti anagrafici sia del ragazzo che dei famigliari, numeri di telefono dei genitori, la documentazione medico/sanitaria (necessaria qualora si debba accompagnare un ragazzo ad un esame o ad una visita medica) e la storia scolastica (pagelle, comunicazioni scolastiche importanti, ecc.). L’agenda quotidiana e l’agenda medica sono di supporto all’operato del Tutor nella gestione quotidiana degli impegni.
3. AREE DI LAVORO
Il Convitto svolge, per sua natura, una funzione residenziale. In tale quadro, l’Équipe Psico-pedagogica Convitto ricerca attivamente e costantemente la costruzione di un significato che sia altro rispetto alla “semplice” residenzialità e che ne completi gli aspetti puramente logistici.
Durante la stagione 2016/2017 appena trascorsa, l’Équipe Psico-pedagogica del Convitto ha condiviso la presa in carico specifica di tre aree di intervento diverse, affidando ciascuna di esse a dei Tutor referenti per la stessa. Nello specifico le tre aree sono: la “scuola” (affidata a Claudia Besi, Paola Pastori e Simona Tediosi); l’area “Vismara” (seguita da Elisa Guidotti e Donato Zaminga); e infine quella dedicata alle “attività formative, culturali e ludico/aggregative” (a cura di Marco Villa e Andrea Mazza). All’interno di un disegno di rete, l’Équipe ha funzione di raccordo, connessione e accrescimento di valore tra le varie Agenzie Educative che interessano la crescita e lo sviluppo di ogni singolo ragazzo: dalla scuola alla famiglia, dal campo alla vita al Convitto.
AREA SCUOLA
L'Équipe psico-pedagogica del Convitto A.C. Milan si propone come parte della funzione educativa di assistere e sostenere i ragazzi anche nel loro percorso scolastico, ritenendo la scuola strumento educativo per eccellenza in questa fase dello sviluppo. A nostro avviso, infatti, la scuola è palestra di vita e serve a sviluppare le life skills, competenze fondamentali per la costruzione della persona adulta.
L'Équipe individua fondamentali obiettivi da perseguire attraverso il lavoro educativo sulla scuola:
- promuovere autonomia, auto-organizzazione e responsabilità;
- apprendere a gestire il cambiamento;
- apprendere il rispetto delle regole;
- abituare alla fatica e costruire resilienza;
- imparare a relazionarsi con gli adulti o imparare a relazionarsi con i pari;
- imparare a gestire le proprie emozioni, imparare a gestire successi e insuccessi.
Per questo, in accordo con la Società e con la famiglia, l'Équipe intraprende con i ragazzi un percorso scolastico personalizzato che tenga conto delle loro inclinazioni e che, allo stesso tempo, permetta loro di conciliare gli impegni sportivi con quelli scolastici. Questi obiettivi vengono adattati alle varie fasce di età.
L’AREA VISMARA
Sono due i momenti in cui i Tutor dell’Équipe del Convitto, sono stati presenti negli uffici del settore giovanile durante tutto il corso della stagione. Il primo è durante gli incontri di Coordinamento del mercoledì. Gli Staff tecnici, la Dirigenza, lo Staff dei preparatori atletici, quello dei nutrizionisti e di tutti coloro che lavorano nel Settore Giovanile si riuniscono, il mercoledì mattina, per degli incontri di coordinamento di carattere tecnico, coordinativo e organizzativo. Un aspetto positivo riscontrato fin da subito è stata la possibilità di creare alleanze e relazioni con le altre figure adulte di riferimento dei ragazzi del Convitto. Ci sono state occasioni, infatti, in cui ci si è potuti confrontare su alcune situazioni che vedevano protagonisti i ragazzi, e concordare delle linee di intervento. All’interno degli incontri di coordinamento del mercoledì, un momento di formazione è stato tenuto dall’Équipe del Convitto. In tale occasione si è lavorato con i presenti sulla necessità di avere delle pratiche condivise nella presa in carico del ragazzo. I messaggi che le figure adulte danno ad un adolescente, infatti, non devono essere contraddittori ma avere una direzione convergente. Nel corso della mattinata, infatti, si è scelto un caso (di fantasia ma altamente probabile) e si è chiesto ai presenti di lavorare in gruppi su alcune richieste date. Ciascun gruppo rappresentava un’agenzia educativa differente che indubbiamente entra a far parte della vita del giovane calciatore (Staff tecnico, Dirigenza, Équipe Convitto, genitori, Dirigenza). La discussione in plenaria che è nata in seguito al lavoro in sottogruppi si è rivelata molto ricca e piena di spunti, tanto da pensare ad un momento “altro” di revisione, riprogettazione e condivisione di alcuni aspetti e regole. Un secondo momento di presenza dei tutor al Vismara risiede nelle riunioni programmatiche del venerdì. In questa sede, i differenti Staff, da quello Dirigenziale a quello Tecnico, dallo Staff portieri all’Area Video, o ancora dall’Area medica all’Area grigia, partendo dalle varie liste dei convocati, aprono il confronto circa specifici atleti, concordando quale sia l’intervento più idoneo per la risoluzione di eventuali problematiche e quali siano le scelte da effettuare per garantire serenità e opportunità al percorso di crescita sportivo ed umano. Ottima occasione di raccordo immediato tra campo e Convitto.
AREA ATTIVITA’ FORMATIVE, CULTURALI, LUDICHE, AGGREGATIVE
L'Équipe del Convitto A.C. Milan ogni anno seleziona e propone ai ragazzi ospiti una serie di attività formative, ludiche ed esperienziali che possano rappresentare piacevoli momenti di aggregazione ma anche un arricchimento e occasioni di crescita e riflessione. Le attività formative e culturali cercano di combinare in modo sinergico formazione, scoperta e cultura. Nello specifico si sono affrontati molti ambiti e tematiche che direttamente toccano i ragazzi: la conoscenza della città di Milano; la condivisione delle regole necessarie alla convivenza all'interno del Convitto; incontri informativi sullo stile alimentare idoneo ad uno sportivo; il confronto con i ragazzi ospiti presso l'Accademia Rugby di Milano; la conoscenza del "Mondo Milan" ovvero della struttura e della storia della Società di cui fanno parte. A fianco a queste attività prettamente formative sono state proposte occasioni di esperienze significative che potessero suscitare riflessioni, non per forza strettamente legate alla sfera sportiva, e trasmettessero valori come, ad esempio, la solidarietà e il rispetto: due attività di volontariato con persone disabili e senza fissa dimora; un incontro con alcuni atleti di calcio integrato; un percorso di Cineforum sul tema della "diversità". Infine si sono offerti dei momenti ludici e aggregativi come le feste di Natale e Carnevale, la partita Italia-Germania allo Stadio Meazza, la festa conclusiva di fine stagione. Tutte queste attività oltre ad essere inviti alla socialità sono anche occasioni di vero e proprio "team building" tra tutti i ragazzi del convitto, favorendo la comunicazione e l'affiatamento tra gli ospiti ed evidenziando l’importanza del fare insieme (lavorare insieme per raggiungere obiettivi) e lo stare insieme (condividere lo spazio, il tempo, le emozioni).
KPI | 2016/2017 | 2015/2016 |
---|---|---|
Numero componenti totali Equipe Psicopedagogica | 13 + 2 supervisori | 13 + 2 supervisori |
Numero componenti Equipe-campo | 5 | 5 |
Numero componenti Equipe-residence | 7 | 8 |
Numero membri dell'Equipe specializzati in Psicologia | 5 | 5 |
Numero membri dell'Equipe specializzati in Pedagogia | 7 | 7 |
Numero membri dell'Equipe specializzati in Lingue Straniere | 1 | 1 |
Numero colloqui totali dell'Equipe con i calciatori | Circa 460 | 450 |
Numero incontri totali dell'Equipe con personale tecnico/allenatori | 170 | 1 a settimana per tutte le categorie |
Numero colloqui totali dell'Equipe con famiglie | 178 | 1 a famiglia in media |
Numero di studenti universitari/stagisti coinvolti a supporto delle attività dell’Equipe | 2 | 4 |
Numero di incontri formativi con lo staff | 16 | 4 |
Numero incontri con le famiglie | 20 | NEW KPI |
Numero calciatori ospitati in Residence | Fino a dicembre 34; da gennaio 32 | 40 |
Numero colloqui totali dell'Equipe con personale scolastico | 42 | 270 |
Numero ore totali di ripetizioni serali organizzate dall'Equipe | 356,5 | dalle 320 alle 400 |
Malgrado si sia già lavorato in maniera specifica sull’aspetto della “cattiveria agonistica” (vedi il lavoro sulla fase difensiva “reazione alla palla persa” con importanti riscontri positivi), non si sono ritenuti sufficienti i progressi ottenuti e, in occasione dei diversi momenti condivisi con gli staff (Analisi Video, Coordinamento Tecnico, ecc.), è emersa un’esplicita richiesta rivolta all’Equipe Psicopedagogica di individuare strumenti/mezzi pratici e concreti, da realizzare in campo (esercitazioni mirate durante le sedute di allenamento) che possano ridurre tale deficit.
Nella consapevolezza che da un punto di vista metodologico il problema non è riconducibile ad una motivazione che individua nell’aspetto fisico la causa di tale carenza (non siamo più deboli o meno esplosivi degli avversari dal punto di vista fisico…), risulta evidente che area atletica e mentale possono dar vita ad una proposta “Integrata” sul campo.
Naturalmente, nel pensare un intervento a riguardo, è apparso necessario coinvolgere innanzitutto i ragazzi affinché siano sempre più consapevoli dei motivi che portano a utilizzare alcuni metodi piuttosto che altri. È bene che sia loro evidente il collegamento tra competitività/agonismo ed aspetto prestativo per trasmettere motivazione, consapevolezza e soprattutto efficacia.
Altro elemento metodologico decisivo riguarda il maggior coinvolgimento possibile degli staff in termini di comprensione e di partecipazione diretta allo svolgimento delle esercitazioni (posizione da assumere in campo, attenzione a tutte le fasi della seduta, anche quella atletica, distribuzione dei focus a cui dedicare le diverse attenzioni, ecc.).
A conclusione di queste riflessioni si è così individuato nel focus “cattiveria agonistica” l’area di miglioramento da stimolare attraverso una più alta motivazione, ricorrendo a regole chiare, sfide con premi e sanzioni (stile condizionamento classico). Si è ritenuto inoltre importante lavorare con gli atleti sul tema del rispetto dell’avversario sia durante la preparazione della partita, nel pre-gara, durante la gara e anche nel post gara in modo da conferirgli riconoscimento e valore.
L’Equipe nel prendersi carico dell’ intervento in oggetto ha individuato una duplice azione: il coinvolgimento e la condivisione con gli staff di una riflessione per favorire una maggior consapevolezza di tutte le dimensioni implicate nella “Cattiveria agonistica” (es. cosa intendiamo per “cattiveria agonistica”, chi ce l’ha, come si esprime, quale motivazione, come entra in gioco la percezione dell’avversario….) attraverso un momento formativo e poi la traduzione di tale dimensione nella programmazione settimanale declinando azioni e relativi strumenti da utilizzare sul campo.
Il lavoro svolto in maniera sistematica a partire da novembre 2016, ha visto una convinta partecipazione degli staff che condividendo le finalità, gli obiettivi e gli strumenti del progetto formativo in oggetto ne sono risultati senz’altro parte attiva e propositiva. Un Rapporto ancora provvisorio a riguardo, conferma l’importanza di proseguire nell’iniziativa avviata, approfondendo, come si è in parte fatto anche nei Coordinamenti Tecnici, alcuni concetti correlati (l’attenzione alla fase difensiva, il valore dell’avversario…). La continuità e l’attenzione permanente di tutti i componenti degli staff all’interno della seduta di allenamento (secondo una distribuzione mirata dei rispettivi focus) sono in prospettiva i fattori che permetteranno di incrementare e consolidare “la cattiveria agonistica”, che come possiamo rilevare dai primi riscontri avuti, risulta essere senz’altro una abilità allenabile.